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"Che fine ha fatto la sperimentazione?"

Milano Design Week 2017. Incontro dibattito organizzato da Cerdisa in occasione di Interni Material Immaterial

L’incontro-dibattito “Che fine ha fatto la sperimentazione” si è tenuto venerdì 7 aprile nell’Auletta di Rappresentanza del Senato Accademico presso l’Università degli studi di Milano. Presentato da Gilda Bojardi, direttore di Interni, è stato moderato da Laura Traldi, giornalista di D La Repubblica, e ha visto la partecipazione di importanti relatori: Massimo Iosa Ghini, Architetto e designer, Alberto Bianchi Albrici, owner di Memphis, Alessandro Guerriero, designer e fondatore di Alchimia, Luca F. Ticini, docente all’Università di Manchester e presidente della Società Italiana di Neuroestetica Semir Zeki.

Si è parlato di sperimentazione, innovazione, avanguardia, autoproduzione e progettazione. Uno degli oggetti di sperimentazione è stata sicuramente l’installazione I’MMaterial, firmata dall’architetto Massimo Iosa Ghini, esposta presso la suggestiva Corte dei Bagni dell’Università degli Studi di Milano, composta da un grande ottagono percorribile al suo interno a cui erano appese, su un supporto specchiante, lastre in ceramica appartenenti alle nuove collezioni Cerdisa.

Abbiamo cercato di riassumere alcuni degli interventi più significativi della conferenza, che si è rivelata molto interessante e densa di contenuti, con un pubblico numeroso, attento e partecipe.

Massimo Iosa Ghini ha spiegato la sua visione di sperimentazione nel 2017: “(…) Sperimentare significa stare in un’area in cui non sappiamo che cosa troveremo: è ricerca dell’ignoto. E’ mettersi in gioco lavorando senza avere un obiettivo, è cercare non sapendo che cosa si troverà. Sperimentare significa mettersi sempre in discussione”.

Chi secondo voi è sempre riuscito a mettersi in gioco nella storia del design italiano e chi riesce ancora a farlo? Si può pensare a Memphis, che ha messo in discussione i paradigmi precedenti. Alberto Bianchi Albrici racconta: “Memphis è nata nel 1981 grazie a Ettore Sottsass che aveva dei disegni fantastici. Ha trovato quattro mecenati che poi hanno fondato la società e da lì è nato il fenomeno Memphis. L’origine del successo è da ritrovarsi nei progettisti. Dalle loro idee la società ha promosso lo sviluppo senza ascoltare le immediate esigenze del mercato”.

Luca F. Ticini ha studiato che cosa avviene nel nostro cervello quando siamo di fronte ad un oggetto d’arte: “Grazie alle tecniche di oggi noi ricercatori possiamo misurare l’attività del cervello quando facciamo qualsiasi cosa, capendo così che cosa piace o non piace. Questo è l’inizio della sperimentazione: misurare l’attività spontanea del cervello”.

“Lo sperimentare oggi porterebbe a dei risultati” – conclude Iosa Ghini – “però ci vorrebbe un soggetto finanziatore, che non venisse dal mercato. Una legge sulla sperimentazione del design, legge che esiste in tantissimi paesi esteri. Per sperimentare occorrerebbe avere qualcosa di nuovo da produrre e occorre tempo, mentre oggi il mercato vuole tutto subito. Il luogo ideale dove poter sperimentare dovrebbe essere l’università”.

Usando la frase di Alessandro Guerriero ‘chi si ribella si autoproduce’ Laura Traldi chiede a Guerriero: è ancora vero? “Lo spero, poi se è vero non lo so. C’è chi la prende per buona e va avanti così”.